Descrizione
Discorso del sindaco di Monsampolo del Tronto nell'ambito delle celebrazioni per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate (sabato 4 novembre 2023)
Un cordiale saluto agli Amministratori presenti, ai rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Locale, ai rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma e a tutti voi, Cittadine e Cittadini, che siete qui con noi oggi. Un caro saluto anche agli alunni e agli insegnanti della Scuola Secondaria di primo grado
“Don Pacifico Mignini” che sono riusciti a partecipare. La vostra presenza ci fa davvero piacere. Grazie a voi tutti per aver raccolto l’invito dell’Amministrazione Comunale a ritrovarci insieme per celebrare questa importante ricorrenza. Due giorni fa, il 2 novembre, eravamo presso il Civico Cimitero per rendere omaggio ai
defunti del nostro territorio e agli ex Sindaci che riposano a Monsampolo. In quella cerimonia avevamo ricordato anche quei monsampolesi morti in guerra per la nostra libertà. Oggi siamo qui anche per loro, nella giornata del 4 novembre dedicata all’Unità Nazionale e alle Forze Armate, introdotta nel 1919 proprio per ricordare la vittoria che pose fine alla Prima Guerra Mondiale.
A 105 anni dalla fine della guerra, questa giornata ci consente di ricordare i caduti di questo conflitto mondiale che ha visto morire oltre 17 milioni di persone, tra militari e civili. L’Italia ha perso 651.000 soldati e 589.000 civili, uccisi dai combattimenti, dalle malattie o da incidenti bellici. Abbiamo pagato un prezzo altissimo, con la morte di tante donne e tanti uomini, spesso giovanissimi. Lo scopo di questa giornata è anche questo: quello di ricordare tutte queste persone che oggi non ci sono più e che, direttamente o indirettamente, hanno pagato il prezzo della guerra e della violenza. Anche Monsampolo ha dato il suo contributo di giovani vite in questa prima guerra mondiale, con 58 ragazzi che sono morti in combattimento e non sono potuti tornare dai loro cari e dalle loro famiglie. Ragazzi, il più giovane aveva 17 anni e il più anziano 40, che avevano sogni, che avevano progetti per il futuro, che volevano vivere ma che sono morti per la propria Patria. Per il proprio Paese.
Nomi, volti, storie che ci chiamano, oggi più che mai, a riflettere sul valore della pace e della sicurezza.
“Bene incommensurabile” – come lo ha definito il Presidente Mattarella – che però abbiamo iniziato a considerare come scontato... Per molti Paesi e popoli, però, non è così e non lo è mai stato. Sono sempre più numerosi, infatti, i Paesi in cui la pace è minacciata o cancellata. E la tragedia della guerra è tornata vicino a noi. Penso al popolo ucraino che da oltre diciotto mesi combatte e soffre con tante vittime e devastazioni; penso al Medio Oriente, con i vili attacchi terroristici portati da Hamas l scorso 7 ottobre che hanno alimentato drammaticamente l’irrisolto conflitto israelo-palestinese, con migliaia di morti su entrambi i fronti Penso alle tante tensioni e crisi che affliggono molte altre parti del mondo: nei Balcani, nel Nord Africa, nel Sahel, nelle repubbliche del Caucaso, per ricordare soltanto quelle più vicine a noi. Ancora una volta, l’uomo dimostra di non imparare mai nulla dai propri errori. Ancora una volta l’odio e la rabbia guidano le scelte di governanti miopi e incapaci. Ancora una volta l’uomo sceglie di far vincere la violenza e di spegnere la ragione: e la terra torna a bagnarsi del sangue di militari, di combattenti e di civili inermi. Pensate che dal 7 ottobre, solo nella striscia di Gaza sono stati uccisi 8.300 palestinesi di cui 3.400 sono bambini. 8.300 persone, 3.400 bambini... Il nostro Comune conta 4.600 persone: quasi due volte la popolazione di Monsampolo distrutta e annientate in 20 giorni. Speravamo che quei 17 milioni di morti della prima guerra mondiale fossero bastati, ma non è così. Ed ogni anno ci troviamo ad aggiornare questo triste conteggio... Ma noi non molliamo! Siamo convinti che le nostre menti e i nostri cuori vadano sempre e comunque alimentati con la conoscenza, con il sapere, con la cultura. Ecco perché celebriamo queste ricorrenze. Ecco perché in questi cinque anni questa Amministrazione ha sempre cercato di sfruttare ogni occasione ed ogni cerimonia per riunirci e “stringerci a coorte”, come ci ricorda il nostro inno... Perché siamo convinti, oggi più che mai, occorra fare squadra e riscoprirci Comunità, alimentando continuamente in ciascuno di noi – specie nei più giovani – quella passione e quel sentimento di appartenenza ad una storia e ad un percorso comune, e che questi non vadano mai dati per scontati. Pochi minuti, semplici gesti per riscoprirci figli di questa storia e co-protagonisti di un presente in cui ciascuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo, perché fondamentale per l’esistenza ed il funzionamento stesso di un Tutto più grande ed importante.
Momenti e situazioni anche per ricordare a ciascuno di noi, dal più piccolo al più anziano, che “un Paese”, come diceva Cesare Pavese, “vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Come c’è qualcosa di nostro anche in questo Parco, in questi alberi che furono piantati proprio100 anni fa in onore dei quei soldati di Monsampolo caduti in guerra. Su ogni tronco c’era una targhetta con il nome di un soldato: in questa cerimonia vogliamo far riecheggiare questi nomi affinché non siano solo scritti su questi monumenti ma, attraverso il vento, arrivino ai nostri cuori. Ma questa giornata non è solo dedicata a chi non c’è più ma anche a chi ogni giorno si spende per la pace e la sicurezza internazionale, alle nostre Forze Armate che rafforzano la condizione e il prestigio dell’Italia e riscuotono grande considerazione per il lavoro svolto e per gli importanti risultati conseguiti. Oltre dodicimila militari italiani operano, in questo momento, con professionalità e competenza, in circa cinquanta missioni, distribuite in tre diversi continenti, agendo con apprezzato rispetto nei confronti delle popolazioni locali. A loro va il riconoscente pensiero e l’abbraccio anche dell’Amministrazione Comunale e di tutta la Comunità di Monsampolo. Così come a tutte le donne e gli uomini in divisa, impegnati in operazioni in Italia e all’estero e ai loro familiari. Infine, un ringraziamento ed un pensiero anche alle Forze dell’Ordine presenti nel nostro Territorio Comunale e a tutti i Monsampolesi in servizio nei vari corpi: soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanziari e personale civile della Difesa. A loro e alle loro famiglie va l’abbraccio simbolico di questa nostra Comunità, fiera e orgogliosa dei suoi figli.
Buona festa a tutti.
Viva l’Italia unita, viva le Forze Armate e viva Monsampolo!
Il Sindaco
Massimo Narcisi
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Ultimo aggiornamento: 4 novembre 2023, 19:01